Nella società contemporanea la malnutrizione costituisce un problema importante e diffuso. Accanto a problemi d’insufficiente alimentazione che interessano gran parte della popolazione mondiale, paradossalmente nei paesi più industrializzati l’obesità interessa un terzo della popolazione adulta e un numero sempre maggiore di bambini.
Le dimensioni del problema sono dimostrate dall’attenzione attribuitagli dall’informazione e dagli interessi commerciali coinvolti. La spinta consumistica ha un doppio ruolo, proponendo panacee fumose e, talvolta bizzarre, e di converso ci spinge al consumo compulsivo e inadeguato di cibi.
L’obesità è una sindrome severa associata a molte e gravi malattie (malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, respiratorie, ipertensione arteriosa, diabete mellito, ostearticolari, calcolosi della colecisti, ecc) che sono responsabili di una riduzione dell’aspettativa di vita e di un peggioramento della sua qualità, sia in senso medico che socio-culturale.
La gravità delle complicanze, la sua elevata incidenza e la gravità delle malattie associate la configurano come una sindrome con la quale, sempre più spesso, la società occidentale dovrà confrontarsi quale nuova epidemia del terzo millennio.
Di recente l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha fissato i nuovi criteri che permettono di classificare l’obesità in base al BMI (body mass index o Indice di Massa Corporea, ottenibile dal rapporto peso\altezza al quadrato-kg\m al quadrato): come limite superiore di normalità è stato fissato un valore di BMI di 24.9, mentre è stata definita Obesità di I, II e III grado quei valori di BMI compresi rispettivamente tra 25 e 29.9, fra 30 e 39.9 e maggiori di 40.
Ciò premesso, va sottolineato che il messaggio da trasmettere è di puntare ad un obiettivo realisticamente perseguibile: si deve mirare non al raggiungimento del cosiddetto peso ideale, numero astratto espressione di calcoli che hanno solo valore statistico ma di quello cosiddetto "ragionevole", intendendo, con tale termine, il peso mantenuto senza sforzo dopo i 21 anni e che permette buone condizioni di salute fisica, psichica e sociale.
E’ stato ormai ampiamente dimostrato che è sufficiente una riduzione del 10-15% del peso iniziale per indurre significativi miglioramenti di ipertensione, diabete e patologie cardiovascolari.
È bene comunque precisare che proprio per la complessità della patogenesi e la cronicità della malattia, i risultati a lungo termine non sono facilmente coronati da successo. La frequenza dell’insuccesso rappresenta un altro problema del paziente obeso perché egli risulta facilmente vittima di terapie incongrue, ben note a tutti, e difficile da eradicare.
I protocolli terapeutici accreditati che nel tempo hanno trovato consenso scientifico in termini di sicurezza ed efficacia sono i seguenti:
- diete ipocaloriche: convenzionale, ipolipidica, semidigiuno
- interventi psico-comportamentali
- esercizio fisico
- terapia farmacologica: Anoressizzanti adrenergici, Serotoninergici, Peptidi, Ormoni
- terapia endoscopica: i palloni intragastrici
- terapia chirurgica: bypass digiuno ileale, diversione bilio-pancreatica, bypass gastrico, restrizione gastrica.
Fino a qualche tempo fa, la terapia chirurgica (gastroplastica, gastric-banding, etc.) era l’unica chance in caso di fallimento di quella dietetica. Recentemente, la ricerca tecnologica ha messo a disposizione un sistema endoscopico (pallone endogastrico), concepito come ausilio alla dietoterapia. Riempiendo lo stomaco si determina un senso di sazietà precoce. Il pallone funge da corpo estraneo che muovendosi liberamente nello stomaco, ne riduce il volume.
Tale sistema è indicato per l’uso temporaneo (massimo 6 mesi) in una terapia mirata al dimagrimento di pazienti che non siano riusciti a raggiungere e/o a mantenere il dimagrimento con un programma dietetico.
L’idea di utilizzare uno strumento che, occupando parte della cavità gastrica (Bezoar), inducesse un senso di sazietà per il controllo della grande obesità, fu introdotta per la prima volta, nel 1982. Da allora, sono stati proposti vari tipi di pallone intragastrico, di diversi materiali e con diversi sistemi di riempimento. I più comuni sono quello ad acqua (BIB) e quello ad aria (Heliosphere).
La terapia dell’obesità non si può limitare alla frettolosa prescrizione di una dieta e ad un generico e poco convinto invito all’esercizio muscolare. Vista la multifattorialità dell’eziologia e la molteplicità degli interventi terapeutici, è auspicabile un trattamento integrato che coinvolga internista, nutrizionista, psicologo e chirurgo.
Riteniamo che solo così si possa superare il limite delle attuali terapie rappresentato dalla scarsità dei risultati a medio e lungo termine, attraverso un intervento mirato, multidisciplinare, in base alle caratteristiche fisiche e cliniche del paziente obeso.